LA GRAMMATICA NEL DIRITTO

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A cura del Prof. Avv. Vittorio Italia e Marta De Vita, presenta il Dott. Matteo Bianchi.

È stato scritto che i libri sono la memoria del mondo. È vero. I libri contengono la vita e l’essenza dei popoli. Perché sono importanti il linguaggio, la scrittura e la grammatica nel diritto? Perché le leggi raccolte nei codici, l’insieme delle leggi e delle norme scritte atte a garantire certezza di regole, raccolgono un sapere millenario fatto di storia, tradizioni, cultura, arte e bellezza, che dobbiamo trasmettere e conservare per le generazioni future. La lingua scritta è arrivata molto tempo dopo il linguaggio, che si è andato formando nel corso dei secoli: solo in seguito la grammatica ha iniziato a conservare gelosamente le regole e l’unità della scrittura. Poiché il diritto è prodotto dalla legislazione e dall’interpretazione è evidente il nesso fra diritto e grammatica. L’interpretazione è volta a chiarire il significato delle disposizioni di legge, e come il testo di un atto normativo che deve essere correttamente interpretato ed applicato. Il termine “interpretazione” deriva dalle parole “inter” e “praetium” ed indicava il punto di incontro/scambio di una cosa con il suo prezzo. Il termine ha assunto nel tempo un significato più ampio ed oggi indica la comprensione di una cosa, la scoperta, l’approfondimento di un rapporto o di un procedimento. La presente opera raccoglie i saggi sulla grammatica pubblicati nella rivista “Diritto e Processo Amministrativo”, magistralmente diretta dal Professor Enrico Follieri, che ringrazio per la cortesia di avere concesso la pubblicazione di questi contributi in volume. In particolare, in questo testo, verrà trattata la funzione della punteggiatura nelle leggi. Essa tiene oggi assieme il discorso nelle sue espressioni logiche, nei suoi legamenti e nelle sue separazioni e non serve soltanto a scandire le pause. La punteggiatura consente la “connessione delle parole: è la traduzione del termine “combination”, contenuto nell’art.14 del Codice civile Albertino del 1848. Contrariamente a Faust che affermava che per scoprire ciò che tiene assieme l’universo era necessario smetterla di “rovistare nelle parole”, per scoprire ciò che tiene assieme il diritto e la giustizia si devono considerare anche i segni che separano e legano le parole delle leggi. La lingua si rinnova costantemente: i cambiamenti della società trasformano la scrittura, i significati delle parole e di conseguenza anche la grammatica. In particolare, le rivoluzioni linguistiche dei giovani ci stanno portando verso nuovi scenari linguistici: le parole straniere prese in prestito, il cinema, la televisione, i cellulari (tutti strumenti nuovi che non esistevano 50 anni fa), costruiscono nuovi vocaboli, creano un gergo nuovo. Lo studio della grammatica rappresenta una bussola utile per noi e per le generazioni future.

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