DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA?

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Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno torna a Milano la settimana dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Dal 22 al 28 maggio, per volontà del Garante, saranno promosse iniziative in tutta la città volte ad una riflessione sul tema.

Prima di esaminare l’argomento scelto per questa edizione vale la pena spendere qualche parola sui diritti dei bambini.

Di cosa parliamo, infatti, esattamente, quando usiamo quest’espressione?

Quali sono le leggi che tutelano i diritti dei minori?

Lo strumento internazionale più importante e completo che regolamenta e garantisce i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, in vigore dal 30 settembre 1990 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la L 176.

Attraverso la ratifica della Convenzione l’Italia ha assunto l’obbligo di adottare tutti i provvedimenti necessari per l’attuazione dei diritti in essa sanciti e di predisporre il più adeguato e complesso sistema di tutela, sostegno e promozione dei diritti stessi.

La grande novità introdotta dalla Convenzione è il riconoscimento di tutti i bambini e le bambine come soggetti titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.

Per la prima volta il minore non è più considerato oggetto di protezione, ma soggetto titolare di diritti che come tale va ascoltato, informato e rispettato.

La Convenzione è composta da 54 articoli ed è divisa in tre parti: 1) enunciazione dei diritti (artt.1-41); 2) organismi preposti e modalità per il miglioramento e il monitoraggio (artt. 42-45); 3) procedura di ratifica (artt. 46-54).

Dalla Convenzione stessa vengono enucleati quattro principi ritenuti fondamentali: 1) principio di non discriminazione (art. 2); 2) diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (art.6); 3) superiore interesse del bambino o del ragazzo come criterio guida; 4)ascolto delle opinioni del minore.

Molti sono i diritti previsti dalla Convenzione: dal diritto al nome al diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, dal diritto all’istruzione al diritto alla sicurezza sociale, ad essere protetto da interferenze nella propria privacy, fino al diritto al gioco, al riposo e al tempo libero.

Tante sono anche le libertà tutelate ed è su queste che è caduta la scelta del tema della settimana milanese dei diritti dei bambini.

In particolare il filo rosso dell’approfondimento sarà la libertà di espressione regolamentata dall’art. 13 della Convenzione secondo cui “il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere o divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo. L’esercizio di questo diritto può essere regolamentato unicamente dalle limitazioni stabilite dalla legge e che sono necessarie: a) al rispetto dei diritti o reputazione altrui; b) alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell’ordine pubblico, della salute o della moralità pubblica”.

Interessante è il parallelo tra questo articolo e l’obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030, volto a garantire un’istruzione inclusiva ed equa e a promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti, nella misura in cui la libertà di espressione di un bambino va coltivata incoraggiandolo a formarsi una propria opinione attraverso la ricerca e la consultazione di tutte le fonti che desidera e ad esprimere poi liberamente il suo pensiero. Cruciale pertanto sarà il ruolo della scuola accanto a quello dei genitori e delle figure di riferimento.

Dott.ssa Lucia Massarotti

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